Cuèl da la Ceit (1511 m)

e Cuèl da la Ruvîs (1218 m)

Innanzitutto mi devo scusare con Miziomueç a cui ho chiesto informazioni e poi ho fatto di testa mia. Non è che mi servisse sapere la strada per salire sui monti in oggetto, volevo conferma che sul Cuèl da La Ceit si sale da stavoli Simòn, cosa che sapevo per una spiata fattami dal Selvaggio Dentista. Invece sul Cuèl da la Ruvîs si sale da Stavoli, come supponevo. Epperò nel 2003 il versante del Pustot è andato a fuoco e ora vi è tutto un intrigo di tronchi secchi a terra e fittissimi nuovi polloni. Miziomueç lo sapeva e perciò mi consigliava di salire dal sentiero per Fedeveiz.

Ma per quello che volevo fare io e per le motivazioni di Stief, salire per il Pustot era la cosa giusta da fare. A Stief bastava il Cuèl da la Ruvîs, io volevo tutti e due. Lo studio preventivo delle carte e la visione satellitare dei luoghi (sic!) mi ha permesso di scoprire un passaggio per il Cuèl da la Ceit da Sud.

Altrimenti salirci da stavoli Simòn è troppo lunga, io sono anziano e non ce la faccio più. Il Selvaggio Dentista lui sì che può: col pandino arriva fino a Moggessa!

I monti in questione da Stavoli: quello più a sinistra è il Cuèl da la Ceit. Questo monte ha un nome curioso, che forse, per un errore cartografico, era un tempo Cuèl da l'Aceit, che avrebbe la radice semantica ak* che vuol dire pungente, acuto, aspro (come l'aceto). Se non si tratta, invece, di errore del topografo, Ceit potrebbe derivare da una onomatopea, forse il verso di un uccello, o il rumore che fanno i ciottoli quando rotolano.

Il sentiero per il Pustot si prende poco oltre Stavoli dove ci sono numerose buche rivestite di sasso che potrebbero essere un mistero per l'escursionista, ma poco più in su si trova un ben conservato forno da calce che ci fa capire che le buche servivano per spegnere la calce e per la successiva stagionatura volta alla produzione della pasta detta grassello di calce.

Il sentiero è abbastanza evidente fino alla presa dell'acquedotto di Stavoli, poi tutto scompare tra la vegetazione.

Solo nella parte alta qualche prato.

Magicamente raggiungiamo il Cuèl da la Ruvîs.

Dal quale si vede bene il Cuèl da la Ceit. Quel contrafforte sulla sinistra (con la sommità quotata 1424 m) pare collegato al mastio principale, ma è diviso da questo da un salto non indifferente.

Ecco il contrafforte visto dal Cuèl da la Ceit; a sinistra il boscoso Cuèl da la Ruvîs; tra i due una sella (Forca Pustot ?) da cui scende verso Nord un canalone detto Agâr di Pustot che porta agli stavoli Simòn. Il contrafforte ha salti dappertutto: come li abbiamo superati?

Magicamente, come al solito!

Seconda cima della giornata!

Lo schierameno delle dolomiti di destra Tagliamento: dal Caserine al Cridola, Duranno al centro.

Si vedrà lo stavolo Simòn? Andiamo a verificare.

Sì, eccolo laggiù.

Al ritorno, poco propensi di rituffarci nella selva, facciamo di peggio: un brudiòn lo ha chiamato Stief, potacio si dice alla veneta, un pastrocchio insomma. Seguiamo un vallone di faggi e un costone che purtroppo si esaurisce con enormi salti. Risaliamo, purcitechevacje! Prendiamo un costone più a sinistra che sembra scendere bene, ma pure questo termina su strapiombi. Abbiamo forse sbagliato qualcosa? La presa dell'acquedotto dov'è? Il telefono prende? Ci tocca risalire di nuovo? Chiamiamo i soccorsi?

Ma ecco! Una traccia di animali. Come al solito va a finire che ci facciamo insegnare la strada dalle bestie.

A Stavoli incontriamo un tizio che ci chiede se c'erano bestie lassù. Sì c'erano, ma ora siamo qua!